Corpo e attacchi di panico: quando la mente inganna il corpo

insomnia
Non dormi bene? Alcune dritte per migliorare la qualità del sonno
novembre 30, 2016
oksi2
Alla scoperta dei propri desideri: di cosa abbiamo veramente bisogno?
dicembre 14, 2016
Show all

Corpo e attacchi di panico: quando la mente inganna il corpo

mente-1764x700

In ogni esperienza della nostra vita è sempre presente una dimensione di fondamentale importanza: il nostro corpo. Le nostre sensazioni corporee rappresentano l’atmosfera nella quale ci troviamo ed hanno una caratteristica molto importante: riescono a comunicarci se la situazione in cui ci troviamo o quello che stiamo facendo o pesando ci  va bene o meno.

Le stesso accade con quello che pensiamo e immaginiamo dentro di noi, infatti pensieri ed immagini riescono ad evocare in noi emozioni e sensazioni corporee e ci forniscono informazioni fondamentali su ciò che sta accadendo dentro di noi.

Le sensazioni corporee ci aiutano a capire dove siamo e dove vorremmo andare, proprio come può fare una bussola per un viaggiatore. Questo non significa che i pensieri e i valori personali abbiano meno importanza ma è ovvio che essi hanno un impatto sul nostro corpo e non sempre il nostro pensiero va d’accordo con le nostre reazioni corporee.

È molto importante quindi ascoltarsi e farlo con il massimo rispetto nei confronti di se stessi.

Per farlo la prima cosa da fare è imparare a distinguere i pensieri dalle emozioni e dalle sensazioni corporee. Infatti a determinate sensazioni fisiche non corrispondono invariabilmente le medesime emozioni. Ad esempio l’accelerazione del battito cardiaco può essere associata alla paura ma anche all’eccitazione sessuale.

Il rapporto con noi stessi funziona nel modo migliore quando il rapporto tra i nostri pensieri, emozioni e sensazioni corporee è fluido e completo ovvero quando non ci sono “vuoti” o confusione nella percezione del nostro mondo interno.

Spesso ci sembra di avere tutto chiaro ma continuiamo a sentirci bloccati, non riusciamo ad uscire da una situazione di stallo.

Come mai accade ciò?

In molti casi si può negare un’emozione o abbiamo paura delle nostre sensazioni corporee e le sminuiamo; così facendo il nostro comportamento viene ostacolato dal fatto che emozioni e sensazioni corporee non riescono a dare il giusto contributo alle nostre valutazioni e ai nostri processi decisionali. Si può non voler sentire quello che ci succede dentro e si è talmente abituati a farlo da metterlo in pratica in modo automatico, senza che ci accorgiamo di farlo. In questo caso abbiamo a che fare con meccanismi di autoinganno.

Per quale motivo mettiamo in atto meccanismi di autoinganno? L’esempio degli attacchi di panico

A tutti noi capita di mettere in atto meccanismi di autoinganno e in questo non c’è nulla di male, non è un’attività di per sé patologica o pericolosa. Il tutto dipende dalla frequenza e dal tipo di problema con il quale utilizziamo questo meccanismo.

Il meccanismo dell’autoinganno spesso è il responsabile della maggior parte dei sintomi psicologici che portano le persone a richiedere un consulto specialistico. Molte persone presentano problemi di difficile soluzione perché frenano, bloccano e inibiscono ciò che sentano e provano; ne restano parole vuote, prive di vita, scollegate dalla parte “calda” ovvero dalle emozioni e dalle sensazioni. Spesso si tratta di meccanismi appresi nel passato che continuano a perseverare automatici anche nel presente. Se nel passato hanno avuto una loro funzione perchè eravamo non avevamo altro modo per fronteggiare la situazione, nel presente ci impediscono di progredire ed evolverci.

Prendiamo l’esempio degli ATTACCHI DI PANICO.

Quando arriva in seduta un paziente con attacchi di panico, di solito mi riferisce che prima dell’insorgenza del sintomo stava bene, non aveva problemi e chiede di poter “risolvere” gli attacchi di panico per tornare alla vita precedente. In realtà le cose nella maggior parte dei casi stanno diversamente. La comparsa degli attacchi di panico è soltanto il momento di rottura massima all’interno di un equilibrio precario e instabile. Provate a chiedervi: la sensazione di fragilità che provo ora che ho gli attacchi di panico, l’ho mai provata prima? seppur in modo minore? E nella maggior parte dei casi riaffiorano alla mente ricordi del periodo infantile e/o adolescenziale.

Un primo rimedio contro questo modo di ingannare se stessi è quello di ricostruire le tappe e i temi fondamentali della propria  vita, per rendersi conto che il malessere attuale è collegato all’intera vita della persona e come tale va trattato.

Un altro modo per ingannare se stessi è quello di dirsi che gli attacchi di panico sono il risultato di processi puramente fisici, problemi di tipo medico. Il problema è un altro, cioè che il nostro corpo manifesta un intenso disagio per dirci qualcosa che però abbiamo troppa paura di ascoltare.

Il punto è che se non ascoltiamo il nostro corpo, esso inizierà a farsi sentire sempre più forte. Nel caso delle persone che soffrono di attacchi di panico la nostra mente attiva un meccanismo di autoinganno che ci porta a negare e a reprimere i nostri desideri e i nostri bisogni, gli attacchi di panico non sono altro che una reazione disperata del nostro corpo per farci fermare, per farci capire che c’è qualcosa che non va!

Spesso per le persone che soffrono di crisi di ansia o attacchi di panico il DESIDERARE qualcosa di proprio in modo AUTONOMO  sembra esser pericoloso poiché va ad alterare un equilibrio va a mettere in discussione le relazioni affettive o lavorative ed espone al rischio del rifiuto. Il desiderio viene quindi represso, controllato e nascosto a se stessi. Il malessere però non può essere soffocato del tutto ed ecco che si manifesta attraverso il panico.

Insieme ai desideri e ai bisogni anche le emozioni vengono generalmente represse dalle persone con attacchi di panico. Ciò che giunge alla consapevolezza è solo l’emozione dell’ansia, l’unica che è c consentiamo di percepire. La rabbia e il desiderio sessuale invece vengono ritenute più pericolose e soffocate. Come mai?

Perché si tratta di emozioni che possono alterare gli equilibri, modificare i rapporti affettivi e rompere relazioni interpersonali che danno sicurezza. Le persone che soffrono di panico tendono a preferire legami che danno loro sostegno e sicurezza piuttosto che complicità, seduzione ed entusiasmo. Il partner diventa in primis un punto di riferimento, saldo e permanente nel tempo. Per questo non possono ascoltare e seguire i propri desideri e le proprie emozioni.

Questo non significa che dall’oggi al domani bisogna stravolgere la propria vita ma se ci si vuole liberare del sintomo la strada più faticosa ma duratura è quella dell’onestà nei confronti di sé stessi per effettuare, al momento opportuno, qualche cambiamento che faccia sentire vivi e padroni di sé.

Ci tengo a precisare che non solo il disturbo di panico si fonda sull’autoinganno, ma la maggior parte dei disturbi psicologici si reggono tipicamente su questo meccanismo (dall’anoressia e bulimia, ai disturbi sessuali ecc). Non lasciate che sia la paura ad organizzare la vostra vita. Qualunque sia la difficoltà nei confronti della quale ci si sente bloccati ci si può chiedere se è arrivato il momento di provare ad affrontarla.

FONTE

Mi vado bene? Autostima e Assertività di Michele Giannantonio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *