“I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per stare dietro ad un proprio desiderio”.
(da Castelli di rabbia, di Alessandro Baricco)
Aver cura di se stessi significa prestare attenzione ai nostri bisogni più profondi e al nostro benessere. Ciò non significa assolutamente essere egoisti o costantemente concentrati su se stessi. Significa occuparsi quotidianamente della propria salute fisica e mentale, anche attraverso attività e pensieri apparentemente banali e non solo durante le grandi decisioni che prendiamo nella nostra vita. Paradossalmente ciò ci consente di esser autenticamente in contatto con le persone per noi importanti, in questo modo avremo la possibilità di intessere legami duraturi e profondi che ci nutrono in modo vicendevole.
Ma di cosa abbiamo bisogno veramente per prenderci cura di noi stessi?
Ognuno di noi è differente e quindi ognuno di noi avrà desideri propri. A volte siamo talmente sopraffatti da sovrastrutture ingombranti, da pensieri negativi, da schemi appresi nel passato che ci sembra di non desiderare nulla in modo autentico, di non provare più piacere per niente, di non riuscire a scegliere con il cuore. Capita durante le sedute di terapia che i miei pazienti mi dicano di “non sapere cosa vogliono veramente”, di “non avere desideri” e “dimmi tu cosa devo fare, dimmi tu cosa è meglio per me”.
Nel momento in cui lasciamo che sia l’altro a dirci cosa fare, a suggerirci come soddisfare i nostri bisogni perdiamo il piacere della scoperta e al tempo stesso la nostra essenza.
Come dico ai miei pazienti, quello che possiamo fare insieme è esplorare ciò che ci emoziona, ciò che nel profondo ci accende di passione e desiderio, dando sapore e nutrimento alla nostra esistenza. Scoperto questo, saremo noi stessi, in modo autonomo a sintonizzarci con i nostri desideri e il nostro piacere. I desideri esistono, così come esiste il battito del nostro cuore o il ritmo del nostro respiro in ogni momento della giornata. Non si tratta quindi di cambiare, ma di esplorare se stessi, prendersi per mano e sintonizzarsi con il proprio sentire.
Provate ora a pensare a quello che fate o vorreste fare per occuparvi del vostro esclusivo piacere o benessere. Si tratta di attività o comportamenti dei quali possono beneficiare anche altre persone ma che innanzitutto fate per voi stessi. Non concentratevi solo sui grandi eventi, ma pensate anche alle cose che quotidianamente mettete in atto per voi, anche se potrebbero sembrarvi banali. Ad esempio: il caffè di prima mattina, la lettura di un libro che ci piace, occuparsi del proprio animale domestico, bere un bicchiere del proprio vino preferito, fare l’amore, fare un viaggio, rivivere un ricordo, guardare vecchie fotografie, andare ad una mostra, ascoltare una canzone ecc.
Per fare ciò potete aiutarvi con carta e penna e scrivere liberamente tutto ciò che vi passa per la mente. Non abbiate timore di scrivere, non prestate troppa attenzione alla sensatezza di ciò che vi viene in mente. Scrivete e basta, lasciate che la mente vaghi, esplori e si sintonizzi.
Nel fare ciò lasciate perdere il “moralmente corretto”, potreste aver voglia di mangiare del cioccolato pur sapendo che siete a dieta o di fumare pur sapendo che non vi fa bene. Ma ricordate che siamo umani e come tutti, dedichiamo una grande attenzione anche a comportamenti di questo tipo. Il fatto che alcune nostre azioni possano avere conseguenze negative è questione di grande importanza, ma noi tutti le facciamo e continueremo a farle. Se dimentichiamo di includere questi nostri comportamenti allora avremo dimenticato una caratteristica fondamentale di noi stessi, della nostra autenticità. Ricordate, autentico non sempre va d’accordo con moralmente corretto! E quindi, come si fa? Per fortuna siamo umani e non santi! Non è soffocando i nostri desideri più “immorali” che essi spariranno, anzi! Il fatto di riconoscerli e sintonizzarsi con essi non significa necessariamente agirli. Solo riconoscendoli possiamo elaborarli e decidere se concederceli o scoprire qualcosa di nuovo su noi stessi ed eventualmente cambiare qualcosa nelle nostre abitudini di vita.
Le cose che facciamo o vorremmo fare per il nostro piacere o benessere sono come le foglie di un fiore: ci mettono in contatto con l’ambiente circostante e ci danno l’energia per crescere e sopravvivere nei momenti di siccità. Se abbiamo poche foglie avremo poca energia e scarse possibilità di affrontare la siccità, se abbiamo molte foglie più energia e più risorse. Al tempo stesso può essere vero anche un discorso opposto, troppe foglie fa si che il nostro fiore abbia sempre foglie piccole e fragili. Credo che il punto stia nel cercare il giusto mezzo, quello che va bene per sé, il proprio personale equilibrio.
Quali sono le insidie che dobbiamo affrontare nell’esplorare i nostri desideri e nel decidere se perseguirli?
Ecco il punto è proprio questo. Sarebbe tutto estremamente semplice se fosse sufficiente scrivere su un foglio ciò che desideriamo fare e agire, spesso la realtà è più complessa. Certo, diventare consapevoli dei propri desideri più autentici è la base da cui partire. Vediamo ora quali sono le difficoltà nelle quali possiamo incappare.
- Desideri incompatibili tra di loro
E’ frequente che le persone abbiano desideri e ambizioni incompatibili tra di loro. Non si può soddisfare un obiettivo e il suo opposto. L’insidia consiste nel fatto che se manteniamo dentro di noi queste opposizioni rischiamo di sentirci costantemente insoddisfatti poiché in qualunque direzione procederemo ci sentiremo inadeguati sul versante opposto. A volte in questi casi è necessario rinunciare a qualcosa, potare qualche foglia della nostra pianta, certo sarà doloroso, ma se la scelta è stata ponderata e sentita ci garantirà maggior coerenza e stabilità interiore.
- Desideri che sono dentro di noi da così tanto tempo da non essere più adeguate alla persona che siamo oggi.
A volte più succedere che in particolari momenti della vita ci creiamo alcune aspettative e obiettivi che in quel frangente non ci è possibile raggiungere. Così ci restano dentro e ci ripetiamo che prima o poi quella cosa la dobbiamo fare. Ma il tempo passa, facciamo altre esperienze e magari rimaniamo legati ad un ideale, ad un sogno che nella realtà di oggi non ci appaga più come un tempo. In questi casi è necessario riconoscere che forse quel desiderio è andato perduto, che non esiste più, dal momento che noi non siamo più quelli di anni fa. Perché incaponirsi? Mettere da parte questi desideri è salvifico, essi di solito sono fuorvianti e creano confusione.
- Desideri formulati in modo così vago da diventare irraggiungibili
“Voglio solo esser felice” o “Voglio l’amore” o “Voglio esser bravo” sono desideri vaghi che non ci dicono quasi nulla e possono diventare iatrogeni. Si rischia di sentirsi sempre insoddisfatti poiché si ha l’impressione di non riuscire a raggiungere ciò che si desidera. Ma come è possibile raggiungere qualcosa di vago e non ben definito? Quindi chiedetevi “cosa intendo con esser felice? O cosa intendo per amore? Ecc”. Tanto più un desiderio è chiaro tanto più semplice sarà raggiungerlo.
- I desideri sono stati creati con il ragionamento e non con il cuore
Questa è una delle insidie più diffuse e nella quali più spesso rischiamo di incappare. Ma come rendersene conto? Se ci ascoltiamo ce ne accorgeremo, ci sentiremo poco motivati o a tratti apatici oppure una volta soddisfatto il desiderio ci sentiremo svuotati e spenti. Quando invece perseguiamo un desiderio autentico, capiteranno certo i momenti di noia, di vuoto o di tristezza ma la sensazione interna è totalmente diversa; ci sentiremo per la maggior parte del tempo pieni di vita, appagati e soddisfatti. Una volta raggiunto l’obiettivo saremo soddisfatti e avremo voglia di ripetere l’esperienza o di spingerci oltre.
- I desideri non sono veramente nostri ma di qualcun altro
Anche questa è un’insidia frequente e non così semplice da individuare. Quando perseguiamo il desiderio di qualcun altro non lo facciamo consapevolmente, spesso lo abbiamo appreso nel passato per garantirci ammirazione, affetto e legami, forse era l’unico modo che ci consentiva di ricevere le attenzioni dell’Altro. Attenzione però! Si tratta di una grossa trappola. Non saremo mai veramente appagati quando ci sottomettiamo, anche se inconsapevolmente, ai desideri altrui. Certo all’inizio magari stiamo bene, l’Altro ci ama, il mondo ci rispetta e veniamo ammirati. Ma nel profondo il nostro sé autentico si atrofizza e ne risente. Ed ecco che compaiono crisi di ansia, depressione, sbalzi dell’umore ecc. Ricordate sempre che per il bene non solo vostro ma anche dell’Altro, per il bene dei vostri legami è fondamentale rispettare se stessi e i propri desideri più profondi.
Concludo con un’altra citazione tratta da Oceano Mare di Baricco, ricordiamocelo, è il desiderio quello autentico che ci salva e che ci consente di tornare a vivere.
“Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai”.
(da Oceano mare, di Alessandro Baricco)