Cosa significa soffrire di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)?

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Cosa significa soffrire di Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)?

dubbi

A tutti noi può capitare di avere dei dubbi relativi a scelte importanti, soprattutto in momenti cruciali della propria vita. Così come ci può capitare di rimuginare più a lungo del solito in merito ad una situazione che ci preoccupa. Ci può capitare di avere dei piccoli rituali, delle “manie”, ovvero dei gesti o dei comportamenti che tendiamo a ripetere in modo abitudinario. Ad esempio un uomo tutte le sere prima di dormire controlla che la maniglia del gas sia chiusa, riordina la stanza, si assicura che la porta di ingresso sia chiusa a chiave e dopo essersi coricato ripensa ai gesti compiuti, sincerandosi di averli effettuati. In questo caso si tratta di piccoli rituali, apparentemente innocui e funzionali allo stile di vita dell’uomo in questione.

Ipotizziamo, invece che, la stessa persona soffra di disturbo ossessivo compulsivo (DOC). In questo caso l’uomo del nostro esempio, può impiegare anche diverse ore, prima di riuscire a coricarsi, durante le quali sente l’impellenza di controllore ripetutamente la maniglia del gas o la chiusura della porta. Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri ed immagini intrusive (ossessioni), seguite dall’impellenza di mettere in atto un comportamento (compulsione) avente l’apparente funzione di neutralizzare l’angoscia indotta dall’idea ossessiva. Ad esempio, l’uomo in questione può chiedersi “son sicuro di aver chiuso la porta di casa? Sento che potrei non averlo fatto! (pensiero ossessivo). So di aver già controllato la porta, ma per sicurezza è meglio la vada a controllarla un’altra volta”. I rituali ossessivi possono essere caratterizzati da veri e propri comportamenti di controllo (accertarsi più e più volte che la porta sia chiusa, o che la luce sia spenta ecc) oppure possono esser caratterizzati da lunghi ed estenuanti rimuginii, attraverso i quali si cerca di accertare l’infondatezza della propria ossessione (disturbo ossessivo-compulsivo ideativo). In entrambi il meccanismo è lo stesso: l’idea irrazionale (dubbio ossessivo) genera un’angoscia molto forte e in quel momento l’unica soluzione possibile per alleviarla sembra essere il rituale compulsivo (temo di non aver chiuso la porta? Vado a ricontrollare!). Istantaneamente il rituale di controllo riduce la preoccupazione, poiché trasmettere la sensazione di aver la situazione sotto controllo e ciò allevia momentaneamente l’ansia indotta dal dubbio ossessivo. Si tratta di una tranquillità che ha breve durata, purtroppo il rituale ossessivo non fa altro che rinforzare il circolo vizioso del disturbo, preparando il campo ad un’altra idea ossessiva. Quando si soffre di DOC i rituali possono essere talmente invasivi da durare ore, limitando fortemente la propria autonomia. Anche i rituali di tipo “ideativo”, essendo caratterizzati da lunghi ed estenuanti rimuginii sono fortemente invalidanti, al punto tale da rendere difficoltoso prestare attenzione alla realtà circostante.

Spesso la sintomatologia ossessiva si presenta in momenti di vita particolari, periodi di stress o in fasi della vita durante le quali ci si sente “sotto pressione”. Il disturbo diventa un campanello d’allarme, un segnale che il nostro organismo ci sta mandando. Il sintomo ossessivo non è altro che la punta di un iceberg: l’angoscia di non aver chiuso la porta di casa così come il terrore di fare del male a qualcuno piuttosto che la paura di esser contaminati dal virus dell’HIV sono il segnale di un malessere più profondo, un dolore o una rabbia che non trovano via di uscita se non attraverso il sintomo.

Dal punto di vista terapeutico, per poter affrontare la problematica è necessario lavorare sia sulla sintomatologia ossessiva (attraverso l’utilizzo della terapia cognitivo-comportamentale), in modo da agire sui processi di pensiero automatici e disfunzionli, così come sull’eccessivo senso di responsabilità, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono le principali distorsioni cognitive dei pazienti con DOC. Al tempo stesso è importante approfondire il “tema doloroso sottostante” del quale non sempre si è consapevoli,  in modo tale da poter riconoscere, ascoltare e rielaborare le emozioni sottostanti.

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