Quando si parla di manipolazione psicologica si fa riferimento al rapporto tra due persone dove una di queste ha bisogno di avere ragione, di imporre il proprio punto di vista per conservare la percezione di sé e il potere nella relazione e l’altra persona (quella manipolata) si adegua alla realtà dell’Altro poiché tende a idealizzarlo e necessita della sua continua approvazione. Vittima e manipolatore “ballano” insieme, non esiste uno senza la presenza dell’altro ed entrambi attraverso questa danza distruttiva cercano di colmare le proprie carenze emotive e di soddisfare, inutilmente, i propri bisogni.
Innanzitutto non c’è una distinzione netta tra i sessi, si tratta di dinamiche relazionali che interessano gli uomini tanto quanto le donne (sia nel ruolo di “vittima” sia in quello di “carnefice”). Inoltre all’interno di una coppia, così come in un rapporto di amicizia o in un rapporto di lavoro, i ruoli possono inter-scambiarsi. Ci sono ad esempio persone che alternano continuamente il ruolo di “vittima” a quello di “carnefice” e viceversa.
Per semplicità vi riporto di seguito un esempio, in cui è la donna a porsi nel ruolo di “vittima” e l’uomo in quello di “controllo” e vediamo in che modo, già dalle prime fasi, può innescarsi un meccanismo manipolatorio e distruttivo.
“Giulia è una ragazza carina e molto cordiale e si è da poco fidanzata con Paolo. Quest’ultimo apparentemente si presenta come un ragazzo sicuro di sé, gentile nei modi e un po’ “sulle Sue”. E’ attratto dalla dolcezza e dalla cordialità di Giulia, dalla sue sensibilità e dalla capacità di entrare così facilmente in relazione con gli altri. Al tempo stesso Paolo è molto geloso, teme che Giulia con la sua cordialità possa conoscere altre persone e possa lasciarlo. Si tratta di una caratteristica che Paolo non lascia trasparire subito. Giulia è attratta dall’apparente sicurezza di Paolo e pensa di aver finalmente trovato “il grande amore!”.
Una sera Giulia e Paolo sono al cinema, Giulia si allontana per andare alla toilette. Lungo il tragitto incontra un vecchio amico, lo saluta, e alla toilette c’è fila, impiega qualche minuto in più del previsto. Una volta tornata nella sala il film sta per iniziare e Paolo esordisce “Amore dove eri finita? Perché hai impiegato così tanto? sai che mi infastidisce quando ti metti a parlare con tutti, con quei modi così cordiali poi! Esageri a porti in quel modo…le persone fraitendono! Se ci tieni a me dovresti comportarti diversamente”. Giulia rimane basita e, dopo poco, Paolo l’abbraccia dicendole che gli dispiace essere così geloso ma si giustifica dicendole di comportarsi in quel modo poichè molto innamorato di lei. Giulia che inizialmente è confusa, dopo l’abbraccio di Paolo smette di pensare a ciò che è accaduto e pensa proprio di aver trovato l’uomo giusto per lei!”.
In questo episodio non c’è stata ancora nessuna manipolazione vera e propria. Il tutto dipende da come Giulia reagisce al fatto accaduto. Giulia dopo l’episodio può pensare:
“Mi sembrava un ragazzo interessante ma effettivamente è parecchio geloso! Mette pure in discussione i miei modi di essere. Non avevo alcuna doppia intenzione e ne son convinta…è la sua insicurezza che lo porta a pensare questo”.
Questo tipo di pensiero può portare Giulia o a controbattere (rimarcando il proprio punto di vista), senza lasciarsi particolarmente influenzare dal pensiero di Paolo, oppure può decidere di non voler più uscire con un ragazzo così possessivo. In ogni caso ha assunto un comportamento che le consente di non sottostare al meccanismo di manipolazione psicologica.
Altro pensiero che invece Giulia può fare:
“A me non sembrava di aver doppi atteggiamenti…però forse accade e non me ne accorgo. E poi sapendo che lui è così geloso non voglio farlo stare male…magari la prossima volta cerco di impiegare meno tempo…e poi non posso perderlo! Dove lo trovo un altro così? È il mio grande amore! E’ così geloso di me perché io sono speciale per lui”.
Giulia in questo caso, mostra di avere molto bisogno dell’approvazione di Paolo, lo ha idealizzato e ha iniziato a mettere in discussione se stessa pur di preservare il loro rapporto. In questo caso Giulia e Paolo hanno iniziato a “giocare il tango della manipolazione”. Può anche accadere che talvolta sia Giulia, una volta scoperto il “punto debole” di Paolo a volerlo provocare, cercando di farlo ingelosire per avere le sue attenzioni. E anche qui è il modo in cui Paolo reagisce alla provocazione a determinare l’esito della dinamica relazionale.
Tornando alla gelosia di Paolo, egli è un ragazzo con una forte insicurezza, celata da una maschera di ostentata sicurezza e con la tendenza a ricercare il controllo all’interno della relazione. Solo grazie al controllo che esercita sull’altro riesce a sentirsi sicuro e allontanare la profonda insicurezza di fondo. Al tempo stesso anche Giulia è insicura, ha idealizzato l’apparente sicurezza di Paolo e ha bisogno della sua approvazione per sentirsi brava e riconosciuta. Per questo pensa di non poter contraddirlo o di non poter avere un pensiero diverso dal suo. Giulia e Paolo ballano insieme, ma per quanto tempo? E quanto può diventare distruttivo il loro ballo?
La storia di Giulia e Paolo può prendere strade differenti. Ad esempio, nel caso in cui Giulia risponda a Paolo rimarcando il proprio punto di vista, Paolo stesso può pensare:
“Bè in effetti forse ho esagerato…so di essere geloso e di aver l tendenza al possesso…ci tengo a lei non voglio perderla…è il caso che mi metta in discussione anche io!” e in questo caso la relazione potrebbe procedere ma in modo “più sano!” Al tempo stesso Paolo potrebbe pensare “Non è vero! Lei dice così proprio perché sa di avere qualcosa da nascondere!” e allora la relazione potrebbe prendere un’altra strada ancora.
Purtroppo la manipolazione è insidiosa perché gioca sulle nostre peggior paure, sulle nostre ansie più profonde, sul nostro più intimo desiderio di essere capiti, apprezzati e amati. Quando si idealizza una persona “ lui è sicuramente quello giusto” si finisce per vederlo come un essere superiore e risulta ancora più difficile restare radicati nella nostra percezione di realtà. L’uno ha bisogno di aver ragione, l’altro di esser considerato bravo e approvato, e così la manipolazione continua.
Spesso nessuno dei due componenti è consapevole di ciò che sta accadendo. Colui che si pone in una posizione di controllo non pensa di certo di esser un manipolatore/trice. Anzi, pensa di aver ragione o di agire per il bene dell’altro, in realtà soddisfacendo il proprio bisogno di controllo riesce a colmare la propria profonda insicurezza. Al tempo stesso chi si pone in posizione di “sottomissione” lo fa perché anche solo una piccola parte di sé, pensa di non potercela fare da solo/a e di aver un disperato bisogno dell’altro. Entrambi giocano un ruolo (generalmente appreso nel passato) che può diventare distruttivo.
Immagine: tratta dal film “La Jalousie” di P. Garrel