La paura fa parte della vita, è un’emozione normale dell’essere umano ( vedi anche Aiuto, che PAURA!). Anzi, nella maggior parte dei casi è una compagna utilissima così come lo sono la gioia, la rabbia e la tristezza. Ogni emozione ci dà informazioni preziose, ci motiva a compiere determinate azioni e a cambiare noi stessi. La paura in particolare è una reazione di allarme per il nostro corpo e la nostra mente. Così facendo ci permette di sopravvivere o di mantenerci in salute di fronte e situazioni potenzialmente rischiose. Le paure giustificate svolgono un’azione di protezione per ognuno di noi poiché spronano il corpo a dare il meglio di sé, lo obbligano a mobilitare tutte le forze per trovare una via d’uscita. Quindi esser totalmente privi di paure non è un obiettivo auspicabile, anzi può diventare una pericolosa illusione. La paura è una forza, se la sappiamo “sfruttare” al meglio.
La paura di fallire, nota anche come ansia da prestazione, può caratterizzare ambiti diversi della nostra vita: studio, lavoro, relazioni interpersonali, sessualità. Temiamo l’insuccesso quando ci sentiamo insicuri e inadeguati difronte a determinati compiti, temiamo di non essere all’altezza. La paura di fallire, soprattutto quando assume connotazioni non utili e invalidanti, viene mantenuta dai nostri schemi mentali: svalutiamo le nostre capacità e valutiamo la situazione da affrontare minacciosa e difficoltosa. Maggiore è il divario tra questi due aspetti (autoefficacia vs percezione di minaccia) e maggiore è il livello di paura percepito.
Per comprendere il motivo per cui abbiamo paura di fallire dobbiamo riflettere sul nostro atteggiamento nei confronti della vita, sugli obiettivi che ci prefiggiamo e sui valori in cui crediamo. La paura di fallire va trattata nel momento in cui arriva a bloccare la nostra capacità di pensare e agire al punto tale da compromettere il normale svolgimento delle nostre attività quotidiane.
Sono stati condotti numerosi studi relativi alla relazione che sussiste tra ansia ed efficienza della prestazione. Quello che si è constatato è che un livello moderato di paura ci aiuta a intensificare gli sforzi. Nelle situazioni che ci mettono alla prova migliora la nostra concentrazione e il nostro livello di attenzione. Le paure eccessive invece sono di ostacolo alla facoltà intellettiva e impediscono la concentrazione, arrivando addirittura a bloccare la nostra abilità. La soglia tra paura “utile” alla prestazione e paura “eccessiva” è totalmente soggettiva.
La relazione tra paura e rendimento può esser rappresentata da una curva: quando la paura e l’agitazione sono molto scarse siamo indifferenti, abbiamo scarsa motivazione e ci manca la spinta giusta, di solito la prestazione è scarsa. Quando invece la paura e l’agitazione sono eccessive, ci fanno sentire inibiti e inetti, paralizzati e psicologicamente bloccati. Invece un livello medio di paura ci sprona e ci motiva a dare il meglio di noi.
Vediamo quali sono le caratteristiche positive dovute ad un livello moderato di paura del fallimento:
- Consente di mantenere un livello ottimale di AUTOCRITICA. Se l’autocritica è eccessiva rischiamo di paralizzarci, l’assenza invece di autocritica rischia di portarci a gesti impulsivi e superficiali. Un buon livello di autocritica ci consente di osservare ciò che di noi può esser migliorato, senza per questo auto-invalidarci.
- Mantiene il nostro corpo e la nostra mente attivi e pronti ad intervenire nel momento giusto. Non siamo solo spettatori passivi.
- Ci consente di ottimizzare la nostra prestazione anche in situazioni caotiche, dove dobbiamo fare più cose contemporaneamente.
- Migliora le nostre capacità di problem solving.
- Migliora la nostra attenzione selettiva e concentrazione.
Una certa dose di paura ci preserva dalla routine. Ad esempio capita di frequente agli artisti di non sentirsi davvero se stessi e al meglio se prima di salire sul palco non sentono un po’ di agitazione, di carica. E’ il fenomeno conosciuto come “febbre della ribalta”. Al tempo stesso, può succedere che il timore del fallimento ci costringa a voler dimostrare a tutti di costi il nostro valore, a volte perdendo di vista i nostri limiti. Quando si sale su un palco o quando nella vita si intraprende un obiettivo importante è indispensabile trovare il giusto equilibrio tra ciò che si sente internamente e ciò che si vorrebbe dimostrare agli altri.
Fonte: Vincere la paura del fallimento di H. Morschitzky