Sos ipocondria: quando la preoccupazione per la propria salute diventa un sintomo invalidante

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Sos ipocondria: quando la preoccupazione per la propria salute diventa un sintomo invalidante

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A tutti capita di non sentirsi bene o non pienamente in forma, magari distrutti dal raffreddore, dal mal di testa, dai dolori muscolari o dalla stanchezza, questo però non significa esser ipocondriaci. La persona ipocondriaca presenta una smisurata apprensione per la propria salute e anche i più piccoli malanni scatenano apprensione e pensieri negativi. Le persone ipocondriache lasciano che i sintomi alquanto vaghi abbiano il sopravvento impedendo loro di avere una normale vita sociale, lavorativa e affettiva.

Proprio per la sua ostinazione l’ipocondria si differenzia da un sintomo psicosomatico come può essere un mal di testa o un bruciore di stomaco, che si può manifestare in una persona sana come conseguenza di qualche conflitto interiore, frustrazione o risentimento. Diverse sono le caratteristiche della persona che soffre di ipocondria che può manifestare sintomi esagerati, addirittura allarmanti, appena cerca di avventurarsi in attività che comportano un cambiamento o il farsi carico di maggiori responsabilità.

Spesso le richieste di aiuto e di attenzione dell’ipocondriaco sono così evidenti che è difficile per gli altri empatizzare o non credere che i suoi disturbi siano tutta un’esagerazione. Alcune persone reagiscono con irritazione e stizza, tutto ciò non fa altro che acuire il senso di fragilità dell’ipocondriaco e i suoi già manifesti sensi di colpa. Allo stesso modo le espressioni di incoraggiamento non sono di nessuna utilità e la comprensione fa sì che la persona creda ancora di più di essere malata.

Quali sono le cause e i meccanismi dell’ ipocondria?

Le persone che soffrono di ipocondria trattano se stessi così come i loro genitori si sono rapportati a loro da piccoli. Nella maggior parte dei casi, l’ipocondria ha la sua origine nell’atteggiamento apprensivo nei confronti della malattia espresso dai genitori e captato dal bambino che lo assimila e lo fa suo. Questo gli serve per sentirsi al sicuro e simile a loro essendo i genitori le sue figure di riferimento, in grado di proteggerlo a modo loro. Da adulto, diventando genitore di se stesso mantiene questo vecchio atteggiamento dei suoi genitori perché è il solo modo che ha appreso per relazionarsi con se stesso e per sentirsi al sicuro. Bisogna aggiungere che l’ipocondriaco ha appreso dal passato un modo “disfunzionale” per ricevere attenzione e comprensione da parte dell’ambiente circostante.

In che modo si può affrontare l’ipocondria?

  • Innanzitutto il primo passo fondamentale è quello che concerne il prendere CONSAPEVOLEZZA della dinamica ipocondriaca: quando è in che modo si presenta? Spesso accade durante una fase di cambiamento, quando la persona si sta sovraccaricando o quando sta provando ad assumersi nuove responsabilità.
  • Può esser molto utile ripensare alla propria INFANZIA e identificare gli atteggiamenti delle persone significative che nel passato possono aver influenzato e alimentato l’atteggiamento ipocondriaco.
  • È molto importante ACCETTARE i risultati oggettivi e le parole rassicuranti del medico consultato, considerando l’esagerazione dei propri sintomi per quello che sono. L’APPRENSIONE e la ricerca di continue rassicurazioni mediche è ciò che toglie alla persona ipocondriaca ogni possibilità di azione differente.
  • A questo punto ci si può chiedere, quali obiettivi mi piacerebbe raggiungere? E’ importante aver chiaro che per potere raggiungere certi obiettivi è necessario rinunciare alle “lamentele ipocondriache” messe in atto per conquistare la solidarietà e la comprensione degli altri. le lamentele e la ricerca di rassicurazioni non fanno altro che alimentare il sintomo e i sensi di colpa. La soddisfazione di raggiungere con le proprie forze gli scopi che ci si prefigge è più grande della comprensione degli amici/parenti ottenuta attraverso i sintomi ipocondriaci.
  • Tutto ciò richiede impegno, forza di volontà, ci saranno battute d’arresto e situazioni difficili. Se l’individuo che soffre di ipocondria riconosce che sta affrontando le paure di un bambino che da piccolo trovava sicurezza e attenzioni attraverso questo comportamento, da adulto può essere per se stesso un genitore migliore di quanto non lo siano stati i suoi quando era piccolo.

L’aspetto più difficile del cammino per essere genitori migliori nei confronti della propria parte emotiva è imparare a riconoscere e rispettare questi sentimenti dell’infanzia. Arrabbiarsi con se stessi, giudicarsi e svalutarsi non è di aiuto. Qualunque sia stato l’atteggiamento dei nostri genitori (ipocondriaco o perfezionista o troppo rigido o coercitivo ecc) non è dipeso da noi. Quello che noi oggi possiamo fare è trattare in modo diverso il nostro bambino del passato, cambiando quegli atteggiamenti che ci rendono tristi e sofferenti.

FONTE

Il bambino che sei stato. Un metodo per la conoscenza di sé. Di Missildine

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