FERITE DEL PASSATO: riconoscimento, accettazione e cambiamento

ipocondria-autostima-1
Sos ipocondria: quando la preoccupazione per la propria salute diventa un sintomo invalidante
settembre 7, 2017
stars_tree-1600_large_2x
Consapevolezza partecipe all’emozione del momento
novembre 8, 2017
Show all

FERITE DEL PASSATO: riconoscimento, accettazione e cambiamento

le5

Negli articoli precedenti vi ho parlato spesso di quella parte più vulnerabile della nostra personalità indicata con il termine di bambino vulnerabile o tema doloroso o ferita del passato. Ognuno di noi ha a sua volta appreso, nel corso del proprio sviluppo psicologico, un modo attraverso il quale rapportarsi alla propria vulnerabilità. Generalmente l’adulto interiorizzato corrisponde alle caratteristiche genitoriali delle nostre figure di riferimento del passato.

Che bambino sono stato? Quali caratteristiche avevano i miei genitori?

La risposta a queste domande ci fornisce informazioni preziose per comprendere quali sono oggi le componenti della nostra personalità. Una parte del nostro bambino del passato sarà sempre dentro di noi e tenderemo a rapportarci ad esso nel modo in cui i nostri genitori si sono rapportati a noi.

Ad esempio, siete molto autocritici con voi stessi quando commettete un errore? Probabilmente in passato siete stati spezzo criticati.

Oppure vi accorgete di esser impulsivi e non porvi limiti? Forse vi è mancata una figura stabile in grado di porvi dei limiti sani.

Se abbiamo avuto la fortuna di ricevere un livello di attenzioni e di equilibrio affettivo sufficiente, saremo abbastanza capaci di prenderci cura delle nostre ferite emotive e di sostenerci in modo stabile nei momenti di crisi e di stress. Ma se ciò non è accaduto quando ci troviamo di fronte ad un imprevisto, stress o difficoltà, non troveremo dentro di noi un adulto sano affettuoso, capace di sostenerci e spronarci ma troveremo ad esempio un genitore critico che ci sgrida incrementando le nostre difficoltà e noi non faremo altro che darci degli inetti e sentirci ancora peggio.

Se spesso proviamo ansia, tristezza molto intensa significa che non c’è un buon equilibrio tra il nostro genitore interno e il bambino del passato.

Come distinguere gli atteggiamenti tossici verso noi stessi?

Tutti ci siamo sentiti in qualche  momento della nostra infanzia, trascurati, troppo assecondati, eccessivamente castigati o eccessivamente costretti alla perfezione, iperprotetti dai germi o al contrario eccessivamente liberi, non considerati o respinti. Ciò che conta è quanto spesso e con quanta intensità l’atteggiamento dei nostri genitori si è verificato e quanto spesso invece essi sono riusciti a sintonizzarsi amorevolmente su di noi e sui nostri bisogni di bambini. Non è patogeno il comportamento in sé ma la rigidità, l intensità e la frequenza con cui il genitore lo mette in atto. Ad esempio, è fondamentale che un genitore trasmetta al figlio il senso del pericolo ma se la paura che il genitore trasmette è paralizzante egli non aiuterà il figlio ad esplorare con sicurezza e attenzione il mondo ma lo bloccherà e paralizzerà a sua volta.

Per identificare i sentimenti della nostra parte emotiva del passato può essere utile ricordare i diversi atteggiamenti che i nostri genitori ci rivolgevano. È importante distinguere l’uno dall’altro perché non è raro incontrare un genitore troppo coercitivo e l’altro troppo indulgente e remissivo. E in questo caso il bambino può imparare ad adottare entrambi gli atteggiamenti nei confronti di se stesso.

Tutti questi atteggiamenti costituiscono da adulti l’unicità della nostra personalità. Ci vuole del tempo per scoprire come si amalgamano l’uno nell’altro e l’effetto che hanno l’uno sull’altro.

PUNTO 1: RICONOSCERE E RISPETTARE IL NOSTRO BAMBINO DEL PASSATO

Se vogliamo imparare ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti della nostra parte emotiva, è importante riconoscere le caratteristiche di questa parte di noi. Quando si attiva il nostro bambino del passato? Che emozioni proviamo? Una volta identificato è molto importante rispettarlo. E credetemi non è facile all’inizio. Ad esempio, se abbiamo introiettato un genitore critico e punitivo ci verrà da dire “Come faccio a rispettarmi quando mi viene da piangere per cose così stupide? O come faccio a rispettarmi quando faccio pensieri così brutti e sporchi? Ecc

I sentimenti della nostra parte emotiva del passato sono spesso sminuiti, trascurati e calpestati. Perfino con l’eccessiva indulgenza o lassismo si ignorano i reali bisogni di crescita. Un genitore che non mette  limiti al figlio porterà ad un adulto incapace di porre limiti interni al proprio bambino del passato.

PUNTO 2: RICOSTRUIRE LA PROPRIA STORIA ED EMPATIZZARE CON LA PARTE EMOTIVA, ovvero prendere consapevolezza del modo in cui ha preso forma la parte emotiva più vulnerabile e del fatto che di questo processo noi non ne abbiamo nessuna colpa.

PUNTO 3: STABILIRE DEI LIMITI AL PROPRIO BAMBINO INTERIORE

Se c è qualcosa che ci ferisce, oppure ci irrita e ci delude proviamo a chiederci come mai, cosa ha attivato la nostra parte emotiva? Rispettare la nostra emotività però non significa lasciare che essa prenda il sopravvento travolgendo di emozioni il nostro presente ed influenzando il nostro comportamento. A volte i desideri insoddisfatti dalla nostra parte emotiva infantile possono influenzare fortemente la vita presente impedendo il perseguimento di obiettivi realistici. Se da bambini nostra madre ci ha privato in modo significativo delle attenzioni di cui avremmo avuto bisogno, il nostro bambino del passato potrebbe attivarsi fortemente ogni qual volta in età adulta non ci sentiamo amati e potrebbe portarci a ricercare proprio quella forma di amore incondizionato che all’epoca ci è mancato. Potremmo quindi ad esempio preferire la tenerezza ad un più solido scambio reciproco tra persone adulte.

Purtroppo non basta prendere consapevolezza di questi atteggiamenti patogeni per farli scomparire e/o indebolire.

La fase del cambiamento, successiva a quella dell’accettazione, richiede un grande impegno e forza di volontà. Può capitare di provare sensazioni di intima estraneità, come se non ci sentissimo a casa nella nostra pelle, a volte anche di vera e propria ansia. In tal caso L’ANSIA è segno di crescita. Con il passare del tempo, iniziando a costruire un nuovo modo di rapportarci a noi stessi queste sensazioni di estraneità e di ansia svaniranno.

Gran parte degli atteggiamenti patogeni si trasmette da una generazione all’altra.  Uno degli aspetti più gratificanti della capacità di alterare i vecchi atteggiamenti pericolosi dei nostri genitori interiorizzati è sapere che possiamo, una volta che diventiamo genitori di figli reali, impedire di agire automaticamente l’atteggiamento patogeno sui nostri figli.

Immagine: Lissy Elle Photography

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *