Riconoscere e accettare le emozioni

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Aiuto, che PAURA!
giugno 5, 2016
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Riconoscere e accettare le emozioni

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Le emozioni ci caratterizzano e spesso sono associate a tanti nostri agiti, pensieri e comportamenti. L’essere umano, impara sin da quando è piccolo ad esprimere le proprie emozioni in un determinato modo e regola il modo in cui le esprime e le vive sulla base dei feedback che riceve dall’esterno. Alla nascita, infatti, abbiamo una bassissima capacità autonoma di gestire le nostre emozioni, ed abbiamo bisogno dell’interazione con l’altro per imparare a modularle. Crescendo, se tutto va bene, riusciamo a trovare autonomamente delle nostre strategie per autogestirci quando siamo in ansia o arrabbiati oppure tristi ecc. Quindi possiamo diventare persone abbastanza equilibrate in grado di integrare le nostre reazioni emotive anche in base all’interazione con gli altri. Non tutte le persone però hanno questa fortuna!
Ad esempio, si può crescere in una famiglia in cui viene data poco importanza all’aspetto emotivo, all’ascolto e alla comunicazione di un malessere psicologico. Si diventa adulti “anestetizzati” con la convinzione che l’espressione del malessere non serva, sia inutile e che anzi sia una perdita di tempo, “meglio non sentire, farsi poco menate e raggiungere obiettivi concreti”. Spesso si pensa che non ci si possa fidare di nessuno a parte che di se stessi, abituati sin da piccoli a dover autogestire le proprie emozioni. Ecco allora che quando questo meccanismo si inceppa iniziano a comparire disturbi somatici, ulcere, abbuffate e nei casi più gravi la dipendenza da sostanze.
Ci sono poi situazioni opposte, ovvero si può crescere abituati ad esasperare il proprio vissuto emotivo, sia perché probabilmente si è predisposti caratterialmente ma sicuramente anche perché sin da piccoli si impara automaticamente che quello è un buon modo (se non l’unico) per attirare l’attenzione dei genitori. Crescendo, anche se razionalmente si è consapevoli che questo modo di esprimere le emozioni è disfunzionale, si tende in automatico ad esasperare le emozioni: una piccola preoccupazione diventa un problema enorme da affrontare, un’ossessione o una catastrofe e si passa gran parte del tempo in ansia, creando molto spesso circoli viziosi piuttosto che utili soluzioni al problema.
L’indottrinamento educativo proveniente dalla famiglia e dalla società incide su tutti noi, questo però non significa che non si possa imparare a riconoscere un determinato stato d’animo e diventare abili nel gestire le proprie emozioni. Viviamo in una società che ci pone spesso pressioni stressanti (precarietà del lavoro, competizione, arrivismo, fare carriera ma avere tempo per sé, progetti di vita, casa, famiglia, lavoro ecc) e al contempo vuole autocontrollo. Questi due aspetti insieme è difficile che riescano ad equilibrarsi, ecco che allora si può verificare una scarsa gestione di alcune emozioni e un’eccessiva repressione di altre. I due fenomeni, tra l’altro, possono essere compresenti nella stessa persona (ci sono persone, ad esempio, abituate ad esprimere frequentemente la propria rabbia, si adirano facilmente e spesso traducono in rabbia anche stati emotivi diversi, come la paura o l’ansia).
Nei post che seguono cercheremo di analizzare nello specifico le differenti emozioni (paura, rabbia, tristezza, desiderio sessuale, colpa e vergogna) e cercheremo di capire come possiamo fare per non farci sopraffare da loro o al contrario come imparare a riconoscerle e viverle senza paura di sentirle.

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